Prima di tuffarti a comprare BTP, allettato dai rendimenti, poniti alcune domande e riflessioni.
Fino a quando è rimasto attivo il QE della BCE (lo strumento
adottato dalla banca centrale a supporto dei debiti dei governi UE e a supporto
dell’economia UE), chi ha comprato quasi tutte le emissioni dei BTP che avevano
rendimenti vicini allo zero? La Bce, gli istituzionali o i risparmiatori?
Esclusivamente Bce, Banche, Assicurazioni e Istituzionali.
Guarda oggi chi detiene il debito italiano.
E guarda come è composto:
Ora, è bene ricordare che la discesa dei rendimenti ripeto,
dovuto alle politiche della banca centrale ha avuto come conseguenza oltre alla
stabilita economica e finanziaria della UE e dell’EURO anche l'aumento in
termini di prezzo dei titoli di stato.
Ciò vuol dire che chi li detiene ha guadagnato fino a un
anno fa, nella fase di discesa dei tassi, di più in conto capitale e di meno in
quota interesse. A seconda delle emissioni anche sulla quota interessi.
Da alcuni mesi i tassi ( in UE come in gran parte del mondo
)sono in rialzo, ergo vuol dire che i prezzi dei Btp emessi precedentemente (
in modo ovviamente diverso in base alla durata ) stanno scendendo perché, come
vogliono le regole di mercato, quando molti vendono i prezzi scendono.
Basta controllare qui: https://www.rendimentibtp.it/
Ma chi vende?
Semplice, chi ha comprato prima nella maggior parte dei casi.
Da quando? Da quando è stato chiuso ogni supporto ai debiti
governativi con il ritiro del QE.
ECCO che oggi i risparmiatori, prima assenti come acquirenti
dissuasi dai rendimenti a volte negativi, possono essere allettati da prezzi ben
al di sotto dei 100 euro (prezzo di emissione) dei Btp e dai buoni rendimenti.
Si, ma a scadenza. ATTENZIONE.
Ma qui viene il bello.
Perché allora chi prima ha fatto incetta di BTP in molti
casi sta vendendo? Potrebbe tranquillamente portarli a scadenza. Tu mi
dirai: vorranno comprare i nuovi titoli nuovi
che presentano rendimenti positivi più alti dei precedenti”.
Possibile, ma i rendimenti attuali non mi sembrano così alti.
L’ultima emissione del BTP legato all’inflazione della durata di 8 anni
presenta una cedola dell’ 1,6% e solo il capitale è rivalutato all’inflazione,
che non è detto che resti alta per i prossimi 8 anni.
Quindi, chi vende spera che il risparmiatore allettato come
già detto dai rendimenti tornati positivi e non di poco si tuffi a comprare ciò
che prima era in mano a BCE, Banche, Assicurazioni e Istituzionali?
Pochissimi sanno e pochi ricordano che dal 2013 sulle
emissioni dei titoli di stato sono state inserite le CACs (clausole di azione
collettiva che si attivano in modo discrezionale e non automatico in caso di
eventuale ristrutturazione del debito). Ricordiamoci sempre del MES che non è
sparito.
Sbarazzarsi quindi il prima possibile di titoli di stato che
dal 2013 hanno al loro interno le CACs e farli comprare (trasferendo il rischio
di cui sopra) al classico risparmiatore?
Possibile ma non sicuro, vediamo lo svolgersi degli eventi e
soprattutto seguiamo la situazione economica e del debito italiano.
C’è poi il tema del fabbisogno dello Stato Italiano nel
prossimo anno.
Nel 2023 l’Italia dovrà piazzare 320 miliardi di titoli di
Stato, vs 273 del 2022.
Chi li comprerà?
1) la BCE? Non più (finalmente);
2) gli stranieri? Sempre meno ;
3) banche e assicurazioni italiane?
Con meno furore patriottico che in passato, per via
dell’inasprimento dei requisiti patrimoniali.
Restano gli investitori non soggetti a requisiti
patrimoniali: fondi comuni, fondi pensione, casse di previdenza e,
naturalmente, risparmiatori.
Certo è che ancora una volta la preghiera al risparmiatore è
quella di fare scelte consapevoli (quindi con le giuste informazioni) e
soprattutto guidate con l’ausilio e le competenze di un professionista del
settore.
Concludendo: “cosa distingue un investitore ingenuo da uno consapevole?
Il fatto che il secondo si preoccupa degli eventi rari a
grande impatto.
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