Non c'è limite ai tassi negativi. Secondo il FMI.



Se vogliamo sopravvivere, finanziariamente parlando, dobbiamo prendere atto che il mondo della finanza, i mercati finanziari, conosciuti fino a qualche anno fa, non sono semplicemente cambiati, sono di gran lunga un'altra cosa. Dobbiamo imparare a vivere in una dimensione nuova che ci porterà a percorrere altre strade per investire i nostri risparmi.
Molti , soprattutto a causa dei media,  pensano già alla prossima recessione. Bene; allora cosa accadrebbe in caso di nuove crisi finanziarie?
Le Banche Centrali si troverebbero costrette a  ritoccare ulteriormente verso il basso i tassi d’interesse. Si avete capito bene. Ma come direte voi: “sono già a zero”!
Infatti, visto che però i tassi sono già molto bassi rispetto al passato, come fanno a ridurre ancora questi tassi addirittura ampiamente sotto lo ZERO?
C'è uno studio del FMI “Cashing In: How to Make Negative Interest Rates Work”.
( https://blogs.imf.org/2019/02/05/cashing-in-how-to-make-negative-interest-rates-work/ per chi vuole leggerlo in inglese ) che ci dice che non c’è limite ai tassi negativi.
Lo studio sostiene che le Banche Centrali possano agire sulla leva tassi in caso di bisogno, sarebbe necessaria per questo la riduzione del denaro circolante. Tale condizione faciliterebbe l’utilizzo dei tassi negativi anche a livello del -4 o addirittura del -6%. Incredibile vero? Eppure possibile.  “In un mondo senza contanti – cita sempre il blog del FMI – non vi sarebbe alcun limite inferiore ai tassi di interesse. Una banca centrale potrebbe ridurre il tasso dal 2% a -4% per contrastare una grave recessione”.
Cosa accadrebbe in sostanza? Il taglio dei tassi di interesse verrebbe trasmesso automaticamente a depositi bancari, prestiti e obbligazioni. Senza contanti, i depositanti dovrebbero pagare il tasso di interesse negativo per mantenere i loro soldi con la banca, rendendo i consumi e gli investimenti più interessanti.
Se avessimo a disposizione solo denaro elettronico, quindi soldi in conto corrente, basterebbe applicare una tassazione per fare in modo che venisse pagata. Esempio: 100 euro in conto corrente, applicando un – 4% il nostro denaro depositato varrebbe 96 euro e non più 100. Tuttavia se avessimo anche 100 euro di contanti nel nostro portafogli, quei 100 euro non potrebbero essere tassati e avrebbero sempre lo stesso valore di 100. Questo creerebbe più “voglia” di contante e, più ce ne dovessero essere in giro, meno efficaci saranno le politiche monetarie.

 L’idea del FMI è quella di legare moneta elettronica e contante con un indice di conversione. Così se sulla moneta elettronica venisse applicato un tasso fortemente negativo, attraverso l’indice di conversione si ridurrebbe anche il valore della contante. “In tal modo – cita il report – la liquidità perderebbe valore della stessa entità di quella elettronica  per cui non vi sarebbe più alcun vantaggio nel detenere liquidità rispetto ai depositi bancari”.
Ora, si tratterà pure di ricerche, si tratterà pure di ipotetici studi.  Il problema di fondo è molto chiaro: le banche centrali sembrano essere entrate in un circolo vizioso legato alla negatività dei tassi d’interesse, che non lascia presagire sviluppi positivi all’ orizzonte.  Anzi, il fatto che ci siano studi e grande attenzione per comprendere come andare nella direzione di ulteriori riduzioni, lascia intendere, in maniera chiara, come la strada sia segnata in un unico verso: quello di tassi sempre più bassi.
Questo tema oltre a quello demografico rappresentano due linee guida fondamentali per impostare la propria pianificazione finanziaria assistita in modo adeguato e appropriato ai personali obiettivi, alle personali esigenze e/o bisogni. Una pianificazione finanziaria che sia sostenibile verso un mondo in continuo cambiamento.


Saluti.
Eugenio Vicari
Consulente Finanziario
Mob. 3489897552

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