L’UMORE DEL RISPARMIATORE ITALIANO E PERCHE’ CI FACCIAMO DEL MALE DA SOLI
Non è nei frutti del successo passato che l'intelligenza
umana si dimostra ma nel vivere dentro e per il futuro. (Friedrich A. von Hayek)
Leggendo, come ogni anno, l’importante” Indagine sul risparmio
degli Italiani” pubblicata dal Centro Einaudi ricerche in collaborazione con
Banca Intesa ( Indagine
sul risparmio e le scelte finanziarie degli Italiani ) una cosa che non
cambia da anni è questa immagine:
Il diamante del risparmio punta sempre verso la ricerca
della sicurezza
Voglia di sicurezza si, ma perché allora una scarsa
diversificazione? Inoltre l’incremento costante della quota di risparmio aumenta non per la sua rivalutazione, dato che
la maggior parte non è neanche investita ma giace sui conti correnti, ma per
effetto della propensione storica dell’italiano verso l’accantonamento del
denaro. Ora, se sui conti correnti ci sono oltre 1.500.miliardi di euro secondo
l’indagine è per due principali motivi o meglio ragionamenti che il
risparmiatore, essere umano, tende a fare.
Il primo è la paura del futuro, l’incertezza del domani
difficile da prevedere e l’altra è il classico ragionamento del “ non si sa mai”
mi dovessero servire, almeno ho una riserva.
Secondo l’indagine, a dimostrazione della bassa propensione
dei risparmiatori a rischiare, il 50,4 per cento si dichiara «per niente
favorevole» a correre rischi nel momento in cui effettua un investimento; solo
il 2,4 per cento si dichiara «molto favorevole». La ricerca di sicurezza tende
a contrarre lʼorizzonte temporale entro il quale si valuta la bontà di un
investimento: solo lʼ1,4 per cento dei risparmiatori aspetta oltre dieci anni
per giudicare, mentre il 22,5 per cento vuole riscontrare il risultato entro un
anno dallʼ investimento. Ma allora non possiamo parlare di investimenti. A un
anno non si investe, si accantona e questo atteggiamento ha fatto perdere a molti risparmiatori l’ultimo
decennio dei mercati finanziari che è stato uno dei migliori della storia. La
nostra dipendenza dai rendimenti dei Titoli di Stato ancora si fa sentire.
La voglia di
sicurezza dovrebbe spingere verso la diversificazione degli investimenti, ma
qui, probabilmente a causa di competenze finanziarie insufficienti, il
comportamento degli investitori contraddice gli obiettivi. Anche nel 2018
rileviamo una scarsa diversificazione nei portafogli degli intervistati: più
della metà (51,6 per cento) non diversifica quasi per niente, impiegando più
dei due terzi dei propri risparmi in un unico tipo di investimento; solo il 5,5
per cento diversifica veramente, destinando non più del 10 per cento dei propri
averi a ogni singola tipologia di investimento. Una limitata competenza
finanziaria si rivela anche quando il 50,7 per cento degli intervistati
dichiara che è difficile comprendere il rischio che le proposte di investimento
comportano, mentre il 38,3 per cento ha difficoltà a capire quale sia il
momento più appropriato per investire o disinvestire e il 33,5 per cento non
riesce a scegliere come suddividere il risparmio tra i diversi tipi di
investimento (azioni, obbligazioni, depositi liquidi…) al fine di diversificare
appropriatamente.
A queste difficoltà si potrebbe almeno in parte ovviare
dedicando più tempo allʼinformazione su temi di natura economico-finanziaria.
Tuttavia, oltre cinque intervistati su dieci dedicano al massimo una sola ora
alla settimana a informarsi per gestire meglio i risparmi. Il 28,3 per cento
dichiara di non dedicarvi tempo in assoluto e solo il 3,1 per cento si informa
sulla finanza personale per più di una sola ora alla settimana (il 16,6 per cento
non sa indicare quanto tempo impiega a questo scopo).
Peccato, è veramente un peccato.
Non sono cosi sicuro che
quando in famiglia si deve pensare a cambiare l’automobile o magari il nuovo
arredamento della casa il tempo dedicato
a questa ricerca e studio sia inferiore a quello dedicato ai temi che
riguardano il proprio risparmio. Anzi sono convinto che in questi casi tutti i
componenti del nucleo famigliare partecipano fattivamente dedicando ore e ore
se non giorni e giorni.
Il risparmio di oggi è il pane del futuro. Pianificare bene
le proprie risorse finanziarie richiede tempo, impegno, concentrazione e
disciplina ma soprattutto una guida.
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