Perché l'investitore controlla frequentemente i suoi investimenti.
Se nel lungo periodo, lo spread tra mercato azionario e
quello obbligazionario, soprattutto negli USA , è a favore del primo con un
differenziale tra il 5% e l’8% annualizzato. La razionalità, che come sappiamo
non è atteggiamento tipico dell’investitore, suggerirebbe allo stesso di di ben
distribuire i suoi attivi in percentuale maggiore proprio sul mercato
azionario. Ma come mai questo non avviene. Anzi è facile notare come invece le
masse di risparmio affluiscono maggiormente sui conti correnti invece che su
investimenti in economia reale. Il
premio Nobel Richard Tahler ( autore del libro THE NUDGE – La spinta gentile
-) ci può aiutare a capire questo fenomeno attraverso i suoi esperimenti.
Tahler sostiene che l’atteggiamento sopra descritto deriva
dal fatto che l’investitore valuta e controlla con troppa frequenza,
addirittura ravvicinata nel tempo, i risultati del suo portafoglio in presenza
però di una non ben equilibrata valutazione delle oscillazioni in più o in meno
che il portafoglio ha nel tempo.
In sostanza a parità di importo in termini assoluti, diamo
più importanza alle perdite che ai guadagni. Quello che lui chiama effetto
dote. In pratica diamo un valore molto alto a ciò che possediamo e subire una diminuzione del
nostro patrimonio anche temporanea ci colpisce di più di quando lo stesso
cresce.
Cosa ha dimostrato Tahler con i sui esperimenti empirici.
1)
L’investitore al quale veniva mostrato il report
investimenti con cadenza mensile, tendeva ad ripartire il proprio investimento 59%
obbligazioni e 41% azioni.
2)
L’Investitore al quale veniva mostrato lo stesso
report ma con cadenza annuale, tendeva a ripartire il proprio investimento 30%obbligazioni e 70% azioni.
Conoscere questi dati e conoscere
la psicologia dell’investitore aiuta noi Consulenti finanziari nella gestione
del rapporto con il cliente. L’educazione finanziaria passa anche attraverso
queste conoscenze .
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